martedì 17 novembre 2015

Cambiare stato non vuol dire smettere di essere

Lavoro di gruppo in classe

I passaggi di stato sono molto affascinanti, sia da un punto di vista strettamente scientifico, che filosofico esistenzialista. 
Si può studiare la struttura chimica e quella fisica di un materiale per sapere se, in funzione della temperatura e della pressione, questo cambi di stato oppure no. 
Alcuni materiali, se vengono scaldati, evaporano, altri bruciano. Interessante.
Alcuni materiali, se vengono compressi, diventano liquidi, altri si spaccano.
In sostanza dipende da come sono fatti al loro interno, dalla loro struttura chimico-fisica.
Ci sono molti materiali che, quando cambiano di stato (cioè diventano solidi, liquidi o gassosi), non smettono di essere quello che sono nella loro natura più profondaPer esempio H2O rimane sempre H2O sia sotto forma di ghiaccio, che di acqua e di vapore. Cambia aspetto, ma in fondo, rimane sempre quello che è nella sua essenza.

Questi saperi della scienza potrebbero aiutarci a comprendere la natura umana e le sue sfaccettature. 

Anche noi abbiamo una struttura che mescola la nostra struttura più profonda con il nostro apparire esteriore.
E' interessante chiederci perché alcuni individui si accendono come fiamma quando si scaldano, altri vaporizzano finché il fuoco non si spegne?
Perché alcuni non riescono a stare in spazi troppo stretti a hanno bisogno di stare all'aria aperta?
Ancora una volta si ripresenta la prova che non siamo molto diversi dall'acqua, dal legno o dal metano.
Mì piacerebbe lavorare in una scuola dove si potesse stare per ore a fare questi pensieri con i ragazzi.



Per conto di Enaip Cantù




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