giovedì 24 settembre 2015

Cambiamenti climatici e fantascienza

J.G. Ballard, Il mondo sommerso, Milano, Feltrinelli, 2005

(...) La successione di giganteschi sommovimenti geofisici che avevano trasformato il clima della Terra aveva avuto il primo impatto sessanta o settant'anni prima. Una serie di violente e prolungate tempeste solari che si erano protratte per diversi anni, provocate da un'improvvisa instabilità del sole, aveva allargato le macchie fasce di Val Allen e diminuito la forza di attrazione gravitazionale della Terra sugli strati più esterni della ionosfera. Via via che questi svanivano nello spazio, indebolendo la barriera protettiva della Terra contro la forza delle radiazioni solari, la temperatura aveva cominciato a crescere stabilmente, con l'atmosfera surriscaldata che si espandeva verso l'esterno nella ionosfera laddove il ciclo era giunto a compimento. In tutti il mondo le temperature medie aumentavano di qualche grado ogni anni. La maggior parte delle zone tropicali era diventata ben presto inabitabile. con intere popolazioni che migravano verso nord o verso sud per sfuggire a temperature di cinquanta o cinquantacinque gradi. Zone una volta temperate erano diventate tropicali, l'Europa e il Nord America sei erano trovati schiacciati dalla morsa crescente delle ondate di caldo, con la temperatura che raramente scendeva sotto i trentacinque gradi. Sotto la direzione delle Nazioni Unite si era dato avvio al processo di colonizzazione dell?Antartico e dei confini settentrionali della Russia e del Canada. (...)



Il mondo sommerso è un romanzo di fantascienza pubblicato da J.G. Ballard nel 1962, un autore surrealista britannico della seconda metà del XX secolo. E' un esempio di come il futuro futuribile potrebbe non essere così molto diverso da come qualcuno può immaginare. Non lo sapremo finché non ci arriveremo, ma leggere questa storia, ormai datata e sorpassata delle conoscenze scientifiche attuali, fa immedesimare in una dimensione che spaventa, che sembra ancora oggi verosimile. Dover immaginare di lasciare la nostra casa, il nostro mondo perché non è possibile più viverci fa riflettere su quello che stiamo facendo, o non stiamo facendo, perché questa prospettiva non si avveri mai.



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